L’elezione di Donald Trump ha riacceso il dibattito sull’approccio degli Stati Uniti verso la Cina. Trump, noto per la sua retorica protezionista, ha minacciato di introdurre tariffe fino al 60% sui beni cinesi, una mossa che potrebbe avere effetti significativi sull’economia globale. Se da un lato il “Trump Trade” potrebbe rafforzare il dollaro e i mercati azionari statunitensi, dall’altro è probabile che i mercati europei e asiatici ne risentano negativamente.
La risposta della Cina sarà cruciale. Pechino potrebbe adottare tariffe selettive sul commercio estero, concentrandosi su una politica fiscale per stimolare la domanda interna e difendere la propria economia. Tuttavia, la Cina ha meno margine per svalutare ulteriormente lo yuan, rischiando deflussi di capitali e una maggiore instabilità.
Questa nuova fase di tensioni economiche non solo intensifica la competizione tra le due potenze, ma potrebbe portare a un’accelerazione degli investimenti produttivi cinesi all’estero per aggirare le imposte statunitensi. Al contempo, l’Europa potrebbe trovarsi di fronte alla necessità di definire una posizione strategica tra Washington e Pechino, con importanti implicazioni per la crescita regionale.
Le dinamiche commerciali tra le due potenze potrebbero avere un impatto ben oltre il commercio tra USA e Cina, creando nuove alleanze economiche e ridefinendo gli equilibri globali.
Scopri perchè! Guarda l’analisi realizzata da Lorenzo Fuscà, Responsabile Wealth Management e da Stefania Cardone, Investment Advisory di Banca Profilo.