Negli ultimi due anni, la Germania, un tempo locomotiva d’Europa, si è fermata. Crescita zero e previsioni poco incoraggianti per il futuro. Pesa la crisi del manifatturiero e del settore auto, in parte dovuta a fattori esogeni come la guerra in Ucraina ma, anche, a un modello di crescita un po’ vetusto e miope, eccessivamente dipendente dalle esportazioni. I grandi produttori occidentali hanno sottovalutato la crescente minaccia cinese e, ora, si trovano costretti a chiudere gli stabilimenti meno profittevoli in patria. Il prezzo da pagare, non è solo economico, ma anche politico: come dimostrato dall’ascesa della destra nazionalista nelle recenti elezioni regionali.
La Cina, viceversa, consolida la sua leadership nell’elettrico. Sovvenzioni dirette nei settori ad alta competitività hanno favorito un avanzo di bilancia commerciale record. Lo dimostra il grande successo della BYD di Shenzen, che in un decennio è diventato il più grande produttore al mondo di autoelettriche.
Guarda l’analisi dei mercati del mese di settembre realizzata da Lorenzo Fuscà, Responsabile Wealth Management e da Francesco Menini, Responsabile Investment Advisory di Banca Profilo.